L’illuminotecnica, che sia pubblica, privata, esterna o interna agli edifici, o urbana, non è solo questione di normativa statale o sovra-statale. Si parla infatti di una vera e propria regolamentazione globale, simile in qualche modo al sistema metrico decimale.
Perciò di parla spesso, nel settore dell’illuminazione pubblica e non solo, del Vocabolario Internazionale di Illuminazione, identificato come CIE S 017.
Chi ha redatto il vocabolario internazionale di illuminazione (CIE S 017)
Il vocabolario internazionale dell’illuminazione nasce, com’è comprensibile, dalla volontà di creare uno standard a cui diversi enti e Stati potessero fare riferimento per le best practice di illuminazione. È stato redatto dalla Commission Internationale de l’Éclairage (CIE) per la prima volta nel 1987, e oggi aggiornato alla sua ultima versione del 2020.
Il documento rappresenta il principale riferimento normativo per la definizione e standardizzazione dei termini nel campo dell’illuminazione, sia in ambito tecnico-scientifico che industriale.
In parole povere: se non esistesse non vi sarebbe uniformità lessicale e concettuale tra progettisti, produttori, enti normatori e tecnici di tutto il mondo.
Cos’è la CIE
La CIE (Commission Internationale de l’Éclairage) è l’ente internazionale di riferimento per tutto ciò che riguarda l’illuminazione.
Questa organizzazione tecnico-scientifica, fondata nel 1913, elabora raccomandazioni, standard e specifiche tecniche che vengono recepite a livello mondiale da enti di normazione nazionali ed europei, come ISO e CEN.
Tra i suoi documenti fondamentali, il CIE S 017 “Vocabolario internazionale di illuminazione” è uno dei pilastri per chi lavora nel settore, in quanto stabilisce una nomenclatura ufficiale riconosciuta universalmente.
CIE S 017: struttura e contenuti
Il documento CIE S 017 raccoglie oltre 950 termini tecnici, corredati da definizioni, simboli e, quando necessario, note esplicative. I termini sono suddivisi per aree tematiche, riflettendo i molteplici aspetti della luce e dell’illuminazione:
- Fotometria (es. flusso luminoso, luminanza, illuminamento)
- Radiometria e spettrometria
- Colore e visione cromatica
- Apparecchi e sorgenti luminose
- Illuminazione architettonica, stradale, industriale
- Luce naturale e artificiale
- Effetti visivi e non visivi della luce (effetti circadiani)
- Efficienza e qualità dell’illuminazione
Ogni voce è descritta in modo da essere scientificamente rigorosa ma applicabile nella pratica professionale, mantenendo coerenza con i principi fisici e biologici.
Perché è importante avere un vocabolario unificato
La necessità di un linguaggio tecnico condiviso non è soltanto accademica: ha ricadute pratiche fondamentali.
Un vocabolario armonizzato permette infatti ai progettisti di comunicare con precisione i requisiti tecnici di un impianto, evitando ambiguità nella definizione delle grandezze fotometriche o dei criteri di qualità. Inoltre, molti standard europei (come la UNI EN 12665:2024) si allineano ai termini CIE per garantire coerenza normativa.
Inoltre, i produttori di apparecchi e componenti per l’illuminazione devono poter descrivere i propri prodotti in termini univoci e comparabili. Ad esempio, la definizione esatta di “flusso luminoso utile” o di “temperatura di colore” consente di evitare interpretazioni divergenti.
Importanza per le gare pubbliche e gli appalti
Nel settore dell’edilizia pubblica, i bandi di gara e i capitolati tecnici spesso richiedono specifiche dettagliate per impianti di illuminazione urbana, scolastica o sanitaria. L’uso del vocabolario CIE permette uniformità di interpretazione tra committente, progettista, installatore e collaudatore.
Esempi di termini fondamentali – dal vocabolario internazionale di illuminazione
Ecco alcuni esempi di termini normati dal CIE S 017:
- Illuminamento (E): grandezza fotometrica espressa in lux (lx), definita come il flusso luminoso incidente su una superficie per unità di area;
- Luminanza (L): quantità di luce percepita che emerge da una superficie in una certa direzione, espressa in cd/m²;
- Indice di resa cromatica (CRI): misura della capacità di una sorgente luminosa di riprodurre fedelmente i colori rispetto a una sorgente di riferimento;
- Temperatura di colore correlata (CCT): Valore in kelvin (K) che descrive la tonalità della luce emessa (calda, neutra, fredda);
- Uplight ratio: percentuale di flusso luminoso emesso da un apparecchio verso l’alto, fondamentale per valutare l’inquinamento luminoso.
Il collegamento con la norma UNI EN 12665:2024
La recente pubblicazione della UNI EN 12665:2024, che stabilisce i termini e le definizioni fondamentali per tutte le applicazioni illuminotecniche, è stata allineata al CIE S 017. Questo aggiornamento ha reso possibile un’integrazione completa tra terminologia europea e internazionale, riducendo discrepanze tra normative nazionali e facilitando la cooperazione tecnica tra Paesi.
In particolare, la UNI EN 12665:2024 adotta il lessico e le definizioni CIE come base comune per la progettazione, il collaudo e la regolamentazione degli impianti.
La versione digitale del vocabolario è ospitata sul sito della CIE e viene costantemente aggiornata con nuove voci e definizioni, in risposta all’evoluzione tecnologica e scientifica del settore.
Questo permette ai professionisti di accedere sempre alla versione più aggiornata del vocabolario, con riferimenti incrociati, simboli matematici e relazioni tra i concetti.